Ultimo aggiornamento: 17.09.21

 

La comunicazione tra esseri viventi è importante, anche quella tra specie differenti. Scopriamo insieme come capire i gesti e i miagolii dei nostri adorati gatti.

 

Le prime notizie riguardo la convivenza tra uomini e gatti si hanno nelle raffigurazioni degli antichi Egizi, dove già a partire dal 3.000 a.C i piccoli felini erano considerati animali sacri e rappresentati dal dio Bastet. Già a quel tempo, dunque, si era ben consapevoli della superiorità di tale specie ed è infatti proprio in Africa che il Felis Lybica ha dato origine al gatto domestico che oggi ronfa sui nostri divani per buona parte della giornata ed entra ed esce dalla gattaiola sul terrazzo per potersi scaldare sotto i raggi del sole.

Non c’è niente di più rilassante di un piccolo felino che fa le fusa: ma che significato ha nel linguaggio dei gatti? C’è chi parla di un atteggiamento ancestrale, chi invece ipotizza un semplice modo per arruffianarsi gli ignari proprietari. Ma qual è la verità? E cosa vuol dire invece quel miagolio lungo e acuto quando cerchiamo di farlo entrare nel trasportino per andare dal veterinario? Scopriamolo insieme.

 

Le fusa

Ciò che interessa maggiormente i proprietari del linguaggio del gatto è dare un significato a quel piacevole rumore che sembra partire dalla pancia di questo piccolo animale e che riesce a rilassare e far sentire appagati nelle fredde serate invernali. In realtà, il suono è dovuto a un particolare movimento della laringe che si contrae e blocca lentamente l’aria che fuoriesce dai polmoni.

Purtroppo però, nonostante decenni di studi, non si è ancora compreso a pieno il motivo di tale comportamento. Ciò che chiaro invece è che viene utilizzato sia per mostrare benessere, sia durante uno stato di sofferenza acuta. Talvolta le fusa sono accompagnate da un atteggiamento conosciuto con il termine “pasta” che avviene con un movimento lento e coordinato delle zampe anteriori generalmente su una superficie morbida, come una coperta, un cuscino, oppure sul nostro maglione preferito.

I movimenti della coda del gatto

Tra i segnali più evidenti della comunicazione dei felini c’è proprio la posizione della parte finale della schiena, che si può arcuare e rialzare per rendere l’animale più minaccioso e difenderlo dagli attacchi esterni.

Se siete appena tornati a casa e il vostro piccolo felino vi corre incontro ad accogliervi con la coda alta, dritta e ferma, è molto felice di rivedervi, se invece è gonfia potrebbe voler significare che Fufy probabilmente vi preferiva lontani da lui, e che forse fareste meglio a non avvicinarvi troppo. Una coda bassa e arruffata sta a indicare paura e preoccupazione, mentre una in movimento ondulatorio potrebbe dimostrare un atteggiamento di predazione nei confronti di un topo, di un uccellino o magari dei vostri piedi.

 

Gli occhi

Nel linguaggio non conta solo la posizione del gatto: potrebbe stare perfettamente immobile ma comunicare solo attraverso lo sguardo. Se vi sta fissando in modo diretto, ha il pelo rizzato sulla schiena e le orecchie all’indietro, il piccolo felino potrebbe attaccare da un momento all’altro, anche solo per gioco. Se invece le pupille sono dilatate e la bocca aperta mostra i canini, allora potrebbe trattarsi di un atteggiamento di estrema difesa.

 

Le orecchie

Oltre la coda, ciò che i gatto muove maggiormente per comunicare con gli altri animali sono proprio le orecchie. Se sono piatte e tirate all’indietro, ciò indica una posa da difesa e protezione, di solito accompagnato a rigonfiamento del pelo e dall’inarcamento della schiena.

Quando invece le orecchie del gatto sono protese in avanti, dritte, lo sguardo è attento e fisso verso un muro, ciò che dovremmo chiederci è se la nostra casa è infestata dai fantasmi o semplicemente il piccolo felino ha captato un segnale non udibile dai comuni mortali.

I miagolii

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i versi nei piccoli felini siano solo un modo per far comprendere meglio la lingua del gatto agli esseri umani, e che in realtà tra di loro non utilizzino affatto questo metodo per comunicare se non da cucciol nei confronti della mamma. Alcuni esemplari sembrano essere dei gran parlatori: miagolano di continuo per avvisare il proprietario della mancanza di cibo, della lettiera da pulire o semplicemente per rimproverarli di essere tornati tardi a casa.


Lo sbadiglio

Secondo alcuni etologi un gatto che sbadiglia potrebbe cercare di marcare il territorio con i suoi feromoni, tuttavia, in molti altri casi tale atteggiamento, comune alla maggior parte dei mammiferi, viene utilizzato per comunicare stress agli altri membri del branco. Se il vostro piccolo amico è rannicchiato, vi dà lentamente le spalle e sbadiglia, è preferibile lasciarlo sonnecchiare, poiché ha espresso chiaramente il desiderio di non invadere il suo spazio.

 

Le marcature

Generalmente, a parte in caso di disagio e dolore, i gatti non utilizzano le feci e le urine per comunicare con gli esseri umani, ma per delimitare e definire il proprio territorio nei confronti dei loro simili. Dunque, avere più esemplari non castrati in appartamento potrebbe non rappresentare una buona idea, poiché i felini potrebbero provare a segnalare le zone attraverso spruzzi di urina sui muri, i divani e persino il letto.

Il soffio

Non si tratta certo di un atteggiamento gentile, poiché soffiare e ringhiare indica un’estrema intolleranza o un tentativo difesa contro qualcuno. Spesso il soffio è preceduto o accompagnato da un ringhio acuto: più e lungo il suono, più il gatto potrebbe essere adirato e nervoso.

 

Perché il gatto che si stiracchia

Come per altri animali, lo stiracchiamento nei felini ha diversi significati, sia positivi sia negativi. Per esempio, a volte tale comportamento avviene dopo il risveglio, esattamente come capita alle persone.

Stendere i muscoli di fronte un altro animale o un bambino che vuole a tutti i costi accarezzare il gatto, rappresenta invece un avvertimento nei loro confronti: “stammi lontano altrimenti potrei non essere così gentile la prossima volta”.

 

Il dolore

Qual è la posizione del gatto quando sta male? Per capire se il nostro piccolo amico ha dolore è necessario tenere d’occhio alcuni piccoli segnali non sempre facili da riconoscere, ma che tuttavia potrebbero aiutarci a salvarlo correndo il prima possibile dal veterinario.

Per esempio, come abbiamo visto le fusa non sono solo sinonimo di rilassamento, ma talvolta possono presentarsi anche in caso di sofferenza dell’animale. Se si nasconde oppure tenta inspiegabilmente di mordervi mentre cercate di prenderlo, è molto probabile che stia male e che abbia qualche dolore.

Altri sintomi possono manifestarsi in un cambiamento della motilità intestinale con presenza di feci acquose o troppo dure, inoltre, anche l’espletamento dei bisogni fisiologici al di fuori della lettiera generalmente rappresenta e un campanello d’allarme da non sottovalutare.

 

 

 

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